«Costituisce principio consolidato quello secondo il quale il rimborso c.d. forfetario delle spese generali costituisce una componente delle spese giudiziali, la cui misura è predeterminata dalla legge, che spetta automaticamente al professionista difensore, anche in assenza di allegazione specifica e di apposita istanza, dovendosi quest’ultima ritenere implicita nella domanda di condanna al pagamento degli onorari giudiziali che incombe sulla parte soccombente (ex coeteris, Cass. n. 4209/2010) – la mancata liquidazione, nella sentenza, delle somme dovute per spese generali costituisce un errore materiale che può essere corretto con il procedimento di correzione di cui all’art. 287 cod. proc. civ. e segg., in quanto l’omissione riscontrata riguarda una statuizione di natura accessoria e a contenuto normativamente obbligato, che richiede al giudice una mera operazione tecnico- esecutiva, da svolgersi sulla base di presupposti e parametri oggettivi (cfr., per la mancata liquidazione degli onorari di avvocato, Cass., n. 19229/2009)»
Attualmente il rimborso forfettario spese generali è disciplinato dall’art. 2 del DM 55/2014 recante Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense ed è fissato nella misura del 15% del compenso totale della prestazione.
Art.2 Compensi e spese
1. Il compenso dell’avvocato è proporzionato all’importanza dell’opera.
2. Oltre al compenso e al rimborso delle spese documentate in relazione alle singole prestazioni, all’avvocato è dovuta – in ogni caso ed anche in caso di determinazione contrattuale – una somma per rimborso spese forfettarie di regola nella misura del 15 per cento del compenso totale per la prestazione, fermo restando quanto previsto dai successivi articoli 5, 11 e 27 in materia di rimborso spese per trasferta.