La Suprema Corte ha fatto propria la decisione della Grande Camera della Corte di Strasburgo nel caso Mursic v. Croatia (Corte Edu, Grande Camera 20 ottobre 2016) in tema di compatibilità degli spazi carcerari con l’art. 3 della Convenzione Europea dei diritti umani.
Secondo tale decisione il fatto che lo spazio della cella sia inferiore ai tre metri quadri genera una “forte presunzione” di violazione dell’art. 3 della Convenzione (secondo cui nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti) che può essere superata solo attraverso l’allegazione di fattori compensativi, individuati nella durata della restrizione carceraria, nel grado di libertà di circolazione, nell’offerta di attività collettive fuori dalle celle e nel carattere decoroso delle condizioni di detenzione.
Ritiene la S.C. che la sentenza della Grande Camera offre un’autorevole composizione della giurisprudenza convenzionale che, fino ad allora, non si era espressa in modo univoco nel rilevare la violazione dell’art. 3 della Convenzione Edu nei casi in cui lo spazio calpestabile nelle celle è inferiore ai tre metri.