É prossima l’emanazione di un decreto ministeriale con cui il Ministero dell’Università e della ricerca scientifica, d’intesa con il Ministero della Giustizia, interverrà modificando il percorso di laurea in giurisprudenza soprattutto in relazione all’accesso alle professioni e con un taglio molto più specialistico, contro l’attuale percorso di studi generalista.
I percorsi di laurea in verità dovrebbero diventare due.
Da una parte con un corso di formazione universitaria secondo il modello del 3+2, in cui scenderà il numero dei crediti formativi vincolati dalle previsioni nazionali e si creeranno ambiti più ampi all’interno dei quali lo studente potrà costruire il proprio percorso di studi.
In particolare il biennio finale sarà a carattere specialistico con apertura alle nuove discipline giuridiche. Nello spazio aperto dai crediti formativi liberi potranno entrare nuove materie e soprattutto si permetterà agli atenei di aprirsi alle vocazioni dei territori adattandosi così, con una formazione specifica, a quelle che sono le reali esigenze di quel mercato.
Al contempo verrà avviato un percorso di studi secondo il modello del 4+1 finalizzato all’iscrizione agli albi professionali, degli avvocati e dei notai, con un numero programmato previsto per l’ultimo anno maggiormente professionalizzante.
In pratica, dopo quattro anni di formazione base per l’accesso alle professioni giuridiche, lo studente potrà scegliere fra i diversi percorsi di specializzazione e contestualmente avrà la possibilità di svolgere 6 dei 18 mesi di praticantato durante il corso di studi, in attuazione delle previsioni della legge di riforma forense (legge 247/12).