Il Ministro della Salute ha disposto che i
Carabinieri dei N.A.S. attivino azioni di controllo a livello nazionale
per accertare l’utilizzazione non appropriata del ricorso al parto
cesareo nei reparti di ostetricia delle strutture sanitarie di ricovero e
cura pubbliche e private accreditate con il Servizio sanitario
nazionale.
I Carabinieri svolgeranno azioni di controllo a
campione, acquisendo fotocopia della cartella clinica e della
documentazione ecografica della paziente, autenticata dalla Direzione
sanitaria e i file che contengono le copie elettroniche delle cartelle.
La
decisione è stata presa sulla base di una segnalazione dell’Agenas
(Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che in alcune
Regioni indica valori di ricorso al parto cesareo estremamente elevati
che fanno sorgere l’ipotesi di una utilizzazione opportunistica dello
stesso non basata su reali condizioni cliniche.
Nella
presentazione delle nuove linee guida sul taglio cesareo, per la
redazione delle quali era stato incaricato l’Istituto superiore di
sanità, il Ministro della Salute rileva che “nel nostro Paese, il
ricorso al taglio cesareo ha raggiunto livelli estremamente elevati e,
nonostante il problema sia da diversi anni al centro del dibattito
politico-sanitario, non si è ancora registrata alcuna significativa
inversione di tendenza”.
Anche la Relazione della Commissione
parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario, presieduta da
Leoluca Orlando, alla cui presentazione alla Camera dei Deputati, aveva
preso parte anche il Ministro della salute, ha denunciato il ricorso
elevato al parto cesareo. In quella occasione il Ministro Balduzzi aveva
rilevato come “assolutamente intollerabile il divario sul territorio
per il ricorso ai cesarei. Si passa dal 23% del Friuli al 62% della
Campania. E senza che un maggiore ricorso al cesareo porti a un
miglioramento degli esiti clinici”. Il fenomeno assume in alcuni
casi dimensioni estreme. L’intervento dei N.A.S. servirà a valutare
possibili ipotesi di comportamenti opportunistici dolosi.
Articolo tratto da: Ministero della Salute