Con 166 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto, l’Assemblea il 3 dicembre ha approvato in via definitiva il cosiddetto Jobs Act, ddl n. 1428-B recante “Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”. Il Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, aveva posto, a nome del Governo, la questione di fiducia.
A seguire la sintesi delle misure previste:
- Il nuovo articolo 18
L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sarà valido ancora per i vecchi assunti con contratto a tempo indeterminato. Per i nuovi assunti scompare il diritto alla reintegrazione per i licenziamenti di natura economica, mentre resta per quelli discriminatori e per alcune fattispecie di quelli disciplinari. - Cassa Integrazione
Riformata anche la Cassa Integrazione, per cui sarà impossibile autorizzare la cig in caso di cessazione «definitiva» di attività aziendale.
L’obiettivo è di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del dipendente. - Nuova Aspi
La durata del trattamento di disoccupazione dovrà essere rapportata alla «pregressa storia contributiva» del lavoratore con l’incremento della durata massima (per ora fissata a 18 mesi a regime nel 2016, ndr) per quelli con le carriere contributive più rilevanti.
Per le persone in situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo la fruizione dell’Aspi una ulteriore prestazione eventualmente priva di contributi figurativi. - Contratto a tutele crescenti
Arriva il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio per tutti i neoassunti.
Il fine è una disciplina organica delle varie tipologie contrattuali e il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative, in modo da sfoltire le decine di forme contrattuali e le norme esistenti. - Controllo a distanza dei lavoratori
Nella riforma del lavoro è previsto anche il riordino del controllo a distanza “sugli impianti e sugli strumenti di lavoro” sebbene debbano riguardare gli impianti e gli strumenti di lavoro. - Demansionamento del lavoratore
È stata rivista la disciplina delle mansioni del lavoratore in caso di «processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale», che vanno «individuati sulla base di parametri oggettivi». Da un lato si intende tener conto dell’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale e dall’altro l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento. - Incentivi all’assunzione
Si istituisce inoltre un’Agenzia nazionale per l’impiego e si punta a semplificare e razionalizzare le procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. L’obiettivo è svolgere tutti gli adempimenti per via telematica. - Maternità e aiuti ai disabili
Il Jobs Act prevede l’estensione della maternità anche alle lavoratrici parasubordinate.
Sono previsti anche un credito d’imposta per le lavoratrici con figli minori o disabili non autosufficienti. Resta la norma secondo la quale un lavoratore può cedere a un collega giorni di ferie per permettergli di curare i figli minori malati gravi.
Introdotte , inoltre, nuove misure per facilitare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. Con il monitoraggio a distanza d’ impianti e strumenti di lavoro si spinge sul telelavoro e sulla flessibilità.