Il Ministro della Giustizia ha firmato il nuovo decreto ministeriale che aggiorna i compensi professionali forensi, cioè i valori di riferimento per la liquidazione da parte del giudice dei compensi dei legali o per la loro determinazione in caso di disaccordo tra avvocato e cliente.
Il decreto, in attuazione della legge professionale forense, conferma in massima parte la proposta avanzata ai termini di legge dal Consiglio Nazionale Forense nel maggio 2013 ed archivia il decreto ministeriale 140/2012, che aveva perpetrato una riduzione consistente dei valori medi, già fermi al 2004, con violazione del principio della dignità dei compensi ma non garantiva neanche quella completezza e semplicità di lettura che il mercato richiede.
Il nuovo sistema progettato dal CNF e confermato dal Ministero garantisce la prevedibilità dei costi legali, in modo che cittadini e imprese possano valutare economicamente i costi/benefici della prestazione professionale.
Il risultato raggiunto, come sottolinea lo stesso Ministero, è in linea con la legislazione comunitaria e non intralcia, anzi favorisce, il “corretto funzionamento concorrenziale del mercato senza incidere negativamente sulla competitività del Paese”.
Il primo criterio infatti per la determinazione del compenso a fronte di servizi legali sarà sempre pattuito liberamente tra avvocato e cliente.
Il nuovo decreto in sintesi.
Il decreto si compone di una parte normativa (per il civile- penale- stragiudiziale), e di tabelle parametriche a seconda della tipologia del giudizio civile o penale.
Per il processo civile le tabelle corrispondono ciascuna al tipo di procedimento/giudizio (comprese la materia stragiudiziale, la mediazione, le procedure concorsuali, quelle arbitrali, i processi amministrativi e tributari, i processi davanti alle giurisdizioni superiori).
Gli scaglioni di valore, diversamente dal dm 140, sono corrispondenti a quelli previsti dal ministero della giustizia per la determinazione del contributo unificato, con una semplificazione evidente per gli operatori.
Ciascuna tabella parametrica è poi divisa per fasi (da quella di studio a quella decisionale).
All’interno i parametri sono indicati con una somma fissa che il giudice potrà innalzare fino all’ 80% o ridurre fino al 50% motivando lo scostamento.
Gli importi sono più elevati di quelli previsti dal DM 140/2012, con aumenti che, in determinate situazioni, arrivano anche al 50% rispetto ai precedenti;
Reintrodotto il rimborso per spese generali tendenzialmente fisse al 15%;
Confermata la riduzione del gratuito patrocinio penale di un terzo (ma resta in piedi solo la norma prevista dalla legge di stabilità ultima per evitare anche il dubbio, affacciato, di una duplicazione delle riduzioni).