- Nel 2008 la retribuzione media dei lavoratori dipendenti di aziende private è stata di 25.510 euro lordi, ma due terzi dei lavoratori (10 milioni) percepiscono uno stipendio inferiore a questa quota.
- La retribuzione media degli uomini è stata di circa 26.600 euro contro i 23.500 euro delle donne con uno scarto leggermente ridotto rispetto allo scorso anno (passato da 14% a 13%).
- 6 assunzioni su 10 sono state effettuate dalle PMI.
- Si è ridotta dal 16% al 9% la propensione delle imprese ad assumere personale giovanile al di sotto dei 24 anni, mentre è cresciuta del 12,3% la domanda di figure tecniche e specializzate.
- Se si suddivide la popolazione lavorativa in decili (gruppi omogenei di lavoratori percettori della stessa retribuzione) si riscontra che fino a 25.500 (sesto decile) la varietà degli stipendi è minima, mentre per passare da questa fascia a quelle superiori occorrono salti retributivi importanti, superiori al 10%. Le retribuzioni si fanno quindi sempre più distanziate e differenziate, con salti progressivamente più importanti per passare da una fascia retributiva all’altra, ma allo stesso tempo appiattite verso il basso. Il fenomeno è confermato nel 2008 anche dal progressivo restringimento del divario retributivo tra operai (21.750 euro) e impiegati (25.540 euro): questi ultimi nel 2003 percepivano una retribuzione superiore del 19,5% a quella degli operai, percentuale che in questi ultimi anni è stata via via erosa (salvo una leggera risalita nel 2006) fino a scendere al 17,4%.
- Tra il 2004 e il 2008 oltre un milione di persone sotto-scolarizzate sono state sostituite da una quota analoga a più elevato livello di istruzione. Questa traslazione della domanda delle imprese verso personale maggiormente qualificato ha contribuito alla più moderata crescita retributiva e ad un sostanziale appiattimento delle retribuzioni Nell’appiattimento retributivo generalizzato va segnalato che per i laureati specialistici la possibile progressione retributiva dai 24 anni agli over 50 arriva a quasi il 180%, mentre per gli occupati con la licenza dell’obbligo tale incremento si attesta intorno al 25%.
- Anche l’età anagrafica si conferma come un potente fattore di differenziazione; infatti gli stipendi degli occupati over 50 superano del 61,3% quelli degli occupati under 25; questo differenziale è del 53,7% per i lavoratori dell’industria e del 68,7% per quelli dei servizi: in altre parole, si fa più carriera nei servizi che nell’industria.
- La scolarità resta l’unico fattore progressivamente differenziante in termini retributivi: si va, infatti, dai 22.500 euro di stipendio medio percepito dai lavoratori che hanno al massimo la licenza dell’obbligo ai 37.620 dei laureati con titolo specialistico, a ciclo unico, o del vecchio ordinamento, o con titolo post laurea. Tra questi due importi la differenza, a favore dei laureati, è del 67,2%; uno “scalino” molto basso (+3,2%) si osserva tra scuola dell’obbligo e qualifica professionale; leggermente più alto (+13,3%) quello nel passaggio dalla qualifica al diploma; molto elevato (+43,3%) quello dal diploma alla laurea specialistica.
Articolo tratto da: Unioncamere - Camere di commercio d’Italia