Hostess, steward e piloti saranno soggetti alle norme di sicurezza sociale del paese dove abitualmente cominciano e terminano la loro giornata lavorativa, secondo le nuove regole dell’UE sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale adottate mercoledì. Il regolamento sottolinea il diritto al sussidio di disoccupazione per i lavoratori autonomi transfrontalieri.
“Le nuove regole miglioreranno il funzionamento del mercato unico rafforzando la protezione sociale di numerosi lavoratori mobili nell’UE, come il personale di volo e i lavoratori autonomi transfrontalieri”, ha dichiarato Milan Cabrnoch (ECR, CZ), relatore del provvedimento. La risoluzione legislativa è stata adottata con 540 voti in favore, 19 contro e 30 astensioni.
Il nuovo regolamento introduce il concetto di “base di servizio”, con lo scopo di garantire al personale di volo accesso ai diritti di sicurezza sociale. La base di servizio è il luogo dove i piloti e i membri d’equipaggio “solitamente iniziano e concludono un periodo di servizio” e “nel quale l’operatore non è responsabile della fornitura dell’alloggio al membro d’equipaggio interessato”.
Finora, scappatoie legali nella legislazione europea hanno consentito ad alcune compagnie aeree low cost di applicare sistemi di sicurezza sociale il meno onerosi possibile, indipendentemente dalla base di servizio del membro d’equipaggio.
Sussidio di disoccupazione per i lavoratori autonomi: novità per l’Italia
Il regolamento si concentra anche sulla situazione dei lavoratori autonomi transfrontalieri (un lavoratore che fa ritorno al suo paese natale almeno una volta la settimana) per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni di disoccupazione.
In Italia, un sussidio di disoccupazione per i lavoratori autonomi non è previsto. Tuttavia secondo il testo, un lavoratore autonomo che lavora in un paese dell’UE diverso da quello d’origine, dove paga i contributi necessari al sussidio di disoccupazione, e che ritorna nel proprio paese, dove un simile sostegno finanziario non è previsto, avrebbe il diritto a ricevere ugualmente il sussidio, pagato dall’ultimo paese dove ha esercitato la sua attività. Tale provvedimento si applicherebbe dunque all’Italia.
Il contesto
In seguito a una discussione che dura da oltre un anno, il 1° dicembre 2011 il Consiglio ha approvato, a maggioranza qualificata, un approccio generale per modificare i regolamenti 883/2004 e 987/2009. Il Parlamento ha incluso la posizione del Consiglio negli emendamenti approvati, al fine di ottenere un accordo in prima lettura.
Articolo tratto da: Parlamento Europeo