Consiglio di Stato, sez. V, 25 agosto 2008, n. 4053
Nel rapporto di presupposizione intercorrente fra gli atti inseriti nella sequenza procedimentale, occorre distinguere fra invalidità ad effetto caducante ed invalidità ad effetto viziante: nel primo caso l’annullamento dell’atto presupposto determina l’automatico travolgimento dell’atto consequenziale, senza bisogno che quest’ultimo sia stato autonomamente impugnato; mentre nel caso di illegittimità ad effetto viziante l’atto consequenziale diviene invalido per vizio di invalidità derivata, ma resiste all’annullamento dell’atto presupposto, tanto che resta efficace salva apposita ed idonea impugnazione.
In tema di procedure concorsuali, l’impugnazione dell’atto finale non occorre, allorché sia stato già impugnato l’atto preparatorio, solo nelle ipotesi nelle quali si configura un rapporto di presupposizione-consequenzialità immediata, diretta e necessaria, data dalla circostanza per la quale l’atto successivo si pone come inevitabile conseguenza di quello precedente, in quanto non vi sono da compiere nuove ed ulteriori valutazioni di interessi; diversamente, quando l’atto finale, pur facendo parte della medesima sequenza procedimentale in cui si colloca l’atto preparatorio, non ne costituisca conseguenza inevitabile, perché la sua adozione implica nuove ed ulteriori valutazioni di interessi, anche di terzi soggetti, l’immediata impugnazione dell’atto preparatorio non esclude la necessità di impugnare l’atto finale, a pena di improcedibilità del primo ricorso.
Con riferimento al caso in sentenza, il Consiglio di Stato afferma che l’aggiudicazione definitiva non va considerata alla stregua di un atto meramente confermativo o esecutivo, atteso che essa, anche se recepisca i risultati dell’aggiudicazione provvisoria, comporta comunque una nuova ed autonoma valutazione degli interessi pubblici sottostanti, tanto da dover essere gravata autonomamente, malgrado la precedente contestazione giudiziale dell’aggiudicazione provvisoria o dell’atto di esclusione dalla gara.
Clicca e scarica il testo integrale della sentenza ⇣
Consiglio di Stato, sez. V, 25 agosto 2008, n. 4053