Consiglio di Stato, sez. IV, 24 settembre 2009, n. 5757
La vicenda oggetto della sentenza che si annota attiene all’impugnativa del giudizio di inidoneità di un candidato alla prova orale dell’esame di abilitazione da avvocato.
Il ricorso, nella specie, tendeva ad acclarare la tesi, condivisa in prime cure dal TAR, secondo la quale le argomentazioni giuridiche profuse negli elaborati valutati fossero sostenibili sotto il profilo della logicità e coerenza, per cui gli esaminatori non avrebbero potuto compiere una valutazione negativa della prova.
Il Consiglio di Stato ribadisce, tuttavia, il consueto orientamento per cui i giudizi espressi dalle Commissioni esaminatrici, avendo carattere tecnico-discrezionale, devono ritenersi insindacabili in sede di legittimità, salvi i limiti propri della manifesta contraddittorietà, illogicità o irrazionalità. In particolare, precisa il Collegio, il giudizio della Commissione esaminatrice riguarda vari profili: il modo in cui è stato redatto l’elaborato scritto in relazione al caso concreto, la soluzione giuridica prospettata, la pertinenza delle norme giuridiche richiamate, la menzione delle massime giurisprudenziali formatesi sul caso specifico affrontato e dell’orientamento prevalente, la chiarezza espositiva, la forma sintattica e la stessa logica emergente dall’elaborato; aspetti tutti la cui valutazione implica all’evidenza un sindacato pregnante consentito, in sede di legittimità, soltanto a fronte di una manifesta implausibilità dell’operato valutativo, che nella fattispecie non è stata ritenuta sussistente.
Consiglio di Stato, sez. IV, 24 settembre 2009, n. 5757