La Banca d’Italia, nella sua azione di vigilanza e di controllo, ha rilevato nel settore della concessione di finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione, nonché di operazioni similari (segnatamente delegazioni di pagamento) – erogati da banche e finanziarie ex artt. 106 e 107 TUB – numerose anomalie che comportano, tra l’altro, un incremento di costi per la clientela.
Dagli approfondimenti svolti, è emerso che tale circostanza é riconducibile principalmente ai seguenti fattori:
a) non generalizzato rispetto delle regole e dei principi di trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela;
b) catena distributiva abitualmente molto “lunga” alla quale sono riconducibili, oltre agli elevati costi di vendita, con conseguenti aggravi a carico del prenditore dei fondi, rischi operativi e reputazionali per i finanziatori;
c) rilevante incidenza, sul costo complessivo a carico del cliente, delle polizze assicurative richieste per legge, i cui premi sono spesso determinati in modo scarsamente trasparente;
d) diffuse carenze nei controlli sulla rete di vendita; malgrado le vigenti disposizioni richiedano espressamente l’attento controllo delle reti distributive, sovente il soggetto che eroga il credito non dispone di sistemi adeguati di controllo della catena distributiva, con riferimento sia alle politiche commerciali – segnatamente al costo finale per il cliente – sia al rispetto della normativa in materia;
e) frequente violazione di alcune disposizioni che disciplinano il settore ed in particolare il mancato rispetto delle vigenti disposizioni in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti riconducibili – come nel caso delle cessioni del quinto dello stipendio e operazioni assimilate – al credito al consumo.
La Banca d’Italia ha pertanto emanato una comunicazione, indirizzata a tutti gli intermediari bancari e finanziari, che richiama al pieno rispetto delle norme che regolano il settore della cessione del quinto dello stipendio/pensione e all’adozione di adeguati e penetranti controlli sulle reti di vendita esterne.
Prendendo spunto da anomalie e irregolarità riscontrate nell’azione di vigilanza, la comunicazione individua best practices che gli operatori sono chiamati a perseguire e sollecita l’introduzione dei correttivi atti a rimuovere eventuali prassi non conformi.
Vengono ribadite la piena responsabilità del soggetto erogante sulla complessiva attività di collocamento posta in essere dalla catena distributiva (diffusamente rappresentata da agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi) e la necessità di presidiare i rischi operativi e reputazionali insiti in comportamenti anomali o irregolari posti in essere dalla catena distributiva.
Articolo tratto da: Banca d’Italia