Nella riunione del 24 settembre, cui hanno partecipato il Ministro dell’Economia, il Direttore generale del Tesoro, il Direttore generale della Banca d’Italia, il Presidente dell’Isvap, il Presidente della Consob Lamberto Cardia, il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (CSSF) ha esaminato gli sviluppi più recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e le possibili implicazioni sul sistema finanziario e sui risparmiatori in Italia.
Nel corso della riunione sono state esaminate le iniziative prospettate negli Stati Uniti per fronteggiare la crisi e, con particolare riferimento alle vicende che interessano la Lehman Brothers, valutarne gli eventuali riflessi per gli intermediari nazionali. Si è anzitutto osservato come l’improvviso venir meno di un operatore di grandi dimensioni come la Lehman non abbia avuto contraccolpi negativi sul funzionamento dei mercati dei titoli e dei sistemi di pagamento.
Il Comitato ha preso visione delle valutazioni effettuate dalle Autorità di supervisione bancarie europee secondo cui le esposizioni nei confronti della Lehman Brothers sono complessivamente gestibili se confrontate al totale degli attivi e dei patrimoni bancari.
Le conseguenze sul sistema bancario italiano sono nel complesso contenute: secondo un’indagine compiuta dalla Banca d’Italia, l’esposizione dei primi venti gruppi bancari italiani verso la banca d’investimento americana si ragguaglia allo 0,5 per cento del loro patrimonio di vigilanza, valore significativamente inferiore alla media europea.
Secondo i risultati di un’indagine svolta dalla Consob su un campione di società non bancarie e non assicurative, per un totale di quaranta emittenti quotati, circa due terzi di tali soggetti risultano non avere alcuna esposizione verso il gruppo Lehman Brothers, mentre per gli altri i rischi appaiono limitati. L’esposizione complessiva del campione è pari a 120 milioni di euro per i derivati e a 14 milioni di euro per titoli in portafoglio. Il presidente della Consob ha anche esposto il provvedimento restrittivo in materia di vendite allo scoperto, adottato nei giorni scorsi dalla Commissione – previa consultazione con le altre Autorità europee – al fine di contrastare eventuali manovre speculative sui mercati nazionali.
Anche secondo i dati raccolti dall’Isvap presso la totalità del mercato l’esposizione del sistema assicurativo italiano al rischio Lehman Brothers risulta limitata. L’esposizione diretta delle imprese che detengono attivi della banca d’affari americana ammonta infatti a 1,14 miliardi di euro, pari allo 0,40% delle riserve tecniche. Attivi Lehman Brothers sono poi presenti nei prodotti – essenzialmente polizze index linked – per i quali il rischio di investimento è a carico degli assicurati.
Articolo tratto da: Ministero Economia e Finanze