25 novembre Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Il 25 novembre si celebra nel mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall' Assemblea generale delle Nazioni Unite, che in questa data invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani.
La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un momento per riflettere, rinnovare, amplificare e definire strategie per raggiungere gli impegni per eliminare la violenza contro le donne. In ogni paese e cultura, sono necessarie ulteriori azioni per garantire alle donne, in tutta la loro diversità, una vita libera dalla violenza e dalla coercizione. Le stime globali sono preoccupanti:
- Circa 1 donna su 3 (30%) a livello globale subisce violenza fisica e/o sessuale, principalmente per mano di un partner intimo.
- Tale violenza inizia in modo allarmante presto , quasi 1 ragazza adolescente su 4 (24%) di età compresa tra 15 e 19 anni che ha avuto una relazione intima ha subito violenza fisica o sessuale da parte di un partner
Perchè la data del 25 novembre
La data ricorrente del 25 novembre quella del brutale assassino avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana delle tre sorelle Mirabal. Legate al gruppo di liberazione 14 giugno contro la dittatura nel paese, vennero sequestrate e uccise a bastonate, prima di esser gettate in un dirupo. La loro scomparsa divenne un simbolo di ribellione, istituzionalizzato nel 1999 dalle Nazioni Unite.
Secondo i dati del Viminale, in Italia, dal 1 gennaio al 17 novembre di quest'anno sono stati commessi 98 femminicidi e 51 donne sono state uccise dal loro partner o da un ex. Nello stesso periodo, nel 2023, risultavano 108 le vittime di femminicidio e 58 le donne assassinate dai loro compagni o ex. Uno dei simboli della ricorrenza è sicuramente la scarpa rossa, che rappresenta la battaglia contro i maltrattamenti e femminicidi. La loro storia nasce in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante dei femminicidi.
I dati sulla violenza contro le donne in Italia
I numeri della violenza contro le donne: omicidi, violenze fisiche e sessuali
- Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3
- In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.
- I dati del Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 7 aprile 2024 evidenziano che:
- nel periodo 1 gennaio – 7 aprile 2024, sono stati registrati 78 omicidi (- 15% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui le vittime furono 92), con 28 vittime donne (-18% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui le donne uccise furono 34)
- le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 26 (-21% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui vittime furono 33); di queste, 16 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-27% rispetto allo stesso periodo del 2023).
- Secondo l’ultima nota Istat sulle vittime di omicidio, nel 2022 sono stati commessi 322 omicidi (+6,2% rispetto al 2021). Le vittime sono 196 uomini e 126 donne (il 39,1% del totale).
l’età media delle donne vittime di omicidio è pari a 55,1 anni; i dati mostrano per il 2022 un aumento del numero di donne uccise da parenti (0,14x100mila donne, 0,10 nel 2021) nei casi in cui si è scoperto l’autore, il 92,7% delle donne è vittima di un uomo; le donne uccise da un partner o ex partner, tutti di sesso maschile, sono 61; l’Istat stima che i femminicidi siano 106, sul totale delle 126 donne uccise; gli omicidi di genere rappresentano l’84,1% degli omicidi di donne.
Accessi in Pronto Soccorso
- Nel 2021, sono state 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso in Pronto Soccorso (PS) con indicazione di violenza, per un totale di 12.780 accessi (gli uomini sono 10.246 per 10.844 accessi totali). L’incidenza di tali accessi è pari a 18,4 per 10.000 accessi complessivi in PS (negli uomini sono 15,1), in costante aumento dal 2017 (14,1), nonostante la generale diminuzione del ricorso al PS in conseguenza della pandemia da Covid-19.
- Nel PS gli accessi di donne con indicazione di violenza tra il 2019 e il 2020 (anno della pandemia) sono diminuiti di meno rispetto al totale degli accessi: da 15.791 a 11.818 (-25,2% contro -39,8% del totale degli accessi).
- Nel 2021, si sono registrati 4,4 accessi in PS di donne con indicazione di violenza per 10.000 residenti. Le giovani donne di 18-34 anni sono state le più colpite (8,8 per 10.000), seguite dalle donne adulte di 35-49 anni (7,2 per 10.000).
- I tassi di accesso delle straniere al PS con indicazione di violenza sono più del doppio di quelli delle italiane: 11,8 per 10.000 residenti contro 4,7 nel periodo pre-pandemico 2017-2019; 10,0 contro 3,8 nel periodo pandemico 2020-2021. Il divario maggiore si osserva nelle classi di età 18-34 e 35-49 anni in cui i tassi sono più elevati.
- Il 31,4% di accessi in PS di donne con indicazione di violenza avviene attraverso il sistema 118 (per gli accessi totali tale quota è 20,5%), in aumento rispetto al 2017 (era il 21,8%).
- La quota di accessi con indicazione di violenza con codice verde del triage (urgenza minore) diminuisce dal 76,2% nel 2017 al 60,3% nel 2021, mentre quella con codice giallo (urgenza e urgenza differibile) sale dal 12,8% al 27,7%.
- Gli accessi in PS con indicazione di violenza presentano un’elevata variabilità a livello regionale per entrambi i generi. Nel periodo precedente la pandemia l’incidenza per 10.000 accessi totali varia per le donne da 3,0 in Molise a 23,3 in Liguria; nel periodo post pandemia da 2,6 in Molise a 27,6 in Abruzzo.
- Nel 2021, sono state 1.083 le donne ricoverate in ospedale in conseguenza della violenza per un totale di 1.171 ricoveri nell’anno. Dopo una sensibile diminuzione di questi ricoveri nel 2020 (-29,9% rispetto al 2019) per le elevate difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere durante l’emergenza sanitaria, nel 2021 il recupero è stato più consistente rispetto al totale dei ricoveri ordinari (+12,4% contro +5,6% rispetto al 2020). Per gli uomini i ricoveri sono più frequenti (3.197 uomini per un totale di 3.459 ricoveri) e il tasso raggiunge l’1,20 per 10.000 uomini, contro lo 0,39 del tasso femminile. Differiscono tuttavia lemotivazioni della violenza: per le donne sono più frequenti rispetto agli uomini il maltrattamento e le violenze all’interno della coppia e della famiglia, per gli uomini sono più frequenti le lesioni inflitte da altre persone, analogamente a ciò che accade per gli omicidi.
- I tassi di ricovero di donne con indicazione di violenza (0,39 per 10.000 nel 2021) sono più elevati per le minorenni (0,66 nel 2021, anno in cui il tasso supera quello delle giovani di 18-34 anni pari a 0,57), sono prossimi alla media per le donne adulte di 35-49 anni e più bassi dopo i 50 anni di età.
- I tassi di ricovero in regime ordinario con indicazione di violenza delle donne straniere sono oltre tre volte più elevati di quelli delle italiane (0,99 per 10.000 residenti contro 0,29) nel 2020-2021. Il divario sale a quattro volte tra le giovani di 18-34 anni
- I ricoveri di donne con indicazione di violenza presentano una spiccata variabilità regionale, ulteriormente aumentata nel biennio della pandemia 2020-2021, in conseguenza di una riduzione più forte al Sud: il tasso di ricovero per 10.000 donne residenti è passato da 0,37 nel triennio 2017-2019 a 0,23 nel 2020-2021 (-38,6%), rispetto a una diminuzione a livello nazionale da 0,46 a 0,35 (-25,5%).
- L’informazione sull’esecutore della violenza è ancora poco presente nei dati raccolti (10,8% dei ricoveri femminili). Nel biennio 2020-2021, il padre o patrigno è l’esecutore indicato nel 2,8% dei casi (1,9% nel periodo pre-pandemico), il partner o consorte nel 2,2%. Considerando anche la tipologia “altri parenti”, l’ambito familiare sale al 5,2% dei casi (4,1% nel periodo pre-pandemico). Ciò anche a causa della particolarità del periodo: le misure restrittive hanno ridotto infatti l’esposizione a rischio da parte di altri autori (le violenze “da altra persona esterna alla famiglia” sono passate da 2,7% a 2,3%).
- La dimissione volontaria caratterizza fortemente i ricoveri con indicazione di violenza (8,3% contro 1,9% nel complesso dei ricoveri ordinari) ed è più frequente nelle donne straniere (12,2% contro 6,8% nelle italiane).
- Le donne con ricoveri per violenza hanno più spesso ricoveri ripetuti. Considerando il quinquennio 2017- 2021 sono state 6.211 le donne con almeno un ricovero con indicazione di violenza, per un totale di 8.645 ricoveri complessivi.
- Nei cinque anni 2017-2021, sia per gli accessi in PS sia per i ricoveri ospedalieri, le diagnosi più frequentemente associate alla violenza sono relative a traumatismi e avvelenamenti (fratture, ferite, contusioni, ustioni e avvelenamenti) e a disturbi mentali (disturbi predominanti dell’emotività, alcuni disturbi e reazioni dell’adattamento, abuso di cannabinoidi, abuso di droghe senza dipendenza, disturbi d’ansia, dissociativi e somatoformi).
Articolo tratto da: Ministero della Salute