Una delibera del Csm apre ai legali i corsi di preparazione per i componenti degli organi di autogoverno locali della magistratura.
Anche gli avvocati potranno prendere parte agli incontri di studio organizzati dal Consiglio superiore della magistratura per i componenti dei nuovi consigli giudiziari, rinnovati non solo nella composizione ma anche nei compiti dalla riforma dell’ordinamento giudiziario. I sessantasei legali nominati su indicazione del Cnf prenderanno parte ai due eventi formativi (nel numero di 33 a evento) calendarizzati il 12 /13 e il 19/ 20 giugno, insieme ai magistrati e ai professori universitari.
Lo ha stabilito il Consiglio superiore della magistratura con una delibera approvata all’unanimità dal plenum il 15 maggio scorso. Un esito giudicato storico dal consigliere laico Celestina Tinelli che si è battuta per l’integrazione dei professionisti legali nei corsi di formazione, avendo chiesto a questo scopo il rinvio della bozza originaria di delibera in commissione. “Magistrati e avvocati partiranno alla pari nei consigli giudiziari, per la prima volta aperti ai componenti non togati, e potranno lavorare con maggiore sintonia affrontando le questioni interpretative che già la nuova normativa sta ponendo, evitando che ogni consiglio le affronti in maniera autonoma e senza omogeneità. Per questo si può sostenere che quella approvata dal Csm è la prima iniziativa di formazione comune, appoggiata anche dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino”, spiega la Tinelli.
Per gli avvocati si tratta di un risultato molto importante. Il Consiglio nazionale forense sta puntando convintamente sulla partecipazione degli avvocati negli organi di autogoverno locali della magistratura, finalizzata secondo la legge Mastella a elaborare le tabelle per la organizzazione degli uffici giudicanti e a vigilare sull’andamento degli uffici giudiziari del distretto.
Articolo tratto da: Consiglio Nazionale Forense