Per gli esperti agricoli dell’UE è giunta l’ora di confrontarsi con la realtà: a partire dal prossimo anno, la loro formazione sul lavoro prevederà infatti un soggiorno in azienda agricola.
Perché non si possa dire che le norme vengono scritte da persone che ignorano le esigenze reali dei cittadini, il programma “un’esperienza sul campo” mira a far conoscere ai funzionari dell’UE la realtà di tutti i giorni nelle aziende agricole affinché sviluppino politiche più efficaci. La Commissione vuole inoltre che essi imparino a redigere testi giuridici in un linguaggio più accessibile.
Queste le misure presentate in una relazione della Commissione sulle iniziative promosse per rendere la normativa agricola più trasparente, più comprensibile e meno onerosa per gli agricoltori.
Nessuno nega la complessità della politica agricola comune. La commissaria per l’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, ha descritto una volta la PAC come una “enorme e fitta foresta” di cui non esiste una mappa completa. Era l’ottobre del 2006 e la Commissione aveva appena avviato il piano d’azione per la semplificazione della politica agricola.
Oggi, a oltre due anni di distanza, si registrano progressi significativi e i cambiamenti attuati potrebbero far risparmiare agli agricoltori milioni di euro in spese amministrative. Secondo la relazione, l’UE raggiungerà l’obiettivo di ridurre di almeno il 25% i costi amministrativi entro il 2012.
La relazione illustra i risultati ottenuti finora. Centinaia di leggi obsolete sono state abrogate e altre consolidate in un testo unico. Le procedure amministrative sono state semplificate e in alcuni casi abolite. Tanto per fare un esempio, sarà ora possibile importare ed esportare senza licenza molti più prodotti (soprattutto cereali).
La politica agricola comune (PAC) ha subito profonde riforme negli ultimi due decenni. La più recente risale al 2003 ed ha abolito gli aiuti agricoli basati sulla produzione.
Lo scorso autunno i leader dell’UE hanno raggiunto un accordo sulle proposte di ampliamento della riforma presentate dalla Commissione.
Lasciando agli agricoltori una maggiore libertà di coltivare i prodotti più richiesti dal mercato, il piano dovrebbe fare risparmiare all’industria 281 milioni di euro in oneri burocratici.
Secondo la relazione, l’impiego dell’informatica permetterà di economizzare altri 400 milioni di euro.
Anche il bilancio dell’UE ne trarrebbe vantaggio, considerando che ogni anno il 40% dei fondi (circa 55 miliardi di euro) viene speso per la politica agricola. L’attuale bilancio agricolo copre il periodo 2007-12. Il dibattito sul prossimo periodo di finanziamento inizia quest’anno.
Articolo tratto da: Commissione Europea